TERAMO – I tesserati del Pd si sono espressi a favore della candidatura di Gianguido D’Alberto. A favore del capogruppo di più fresco uscita dal partito si sono espressi in 185, contro i 101 che invece hanno indicato di preferire l’altro competitor Giovanni Cavallari. Quattro schede bianche e una nulla completano il conto dei 291 iscritti che hanno esercitato il diritto di voto, sui circa 680. Secondo questa consultazione il simbolo e la lista del Partito democratico dovrebbe confluire nella coalizione di liste che sostengono il candidato sindaco nel centrosinistra D’Alberto.
Le reazioni.
Cavallari: «Ho tirato un respiro di solievo, ognuno per la sua strada come 4 anni fa». Cavallari prende atto del risultato, e dichiara che sostanzialmente non cambia nulla rispetto a prima e anzi, confessa di aver tirato un respiro di sollievo: «Le logiche partitocratiche, le liti, gli scambi, non fanno per me e ammetto di aver tirato, stasera, un sospiro di sollievo alla notizia del risultato interno al Pd. Ognuno per la sua strada, come già delineata oltre 4 anni fa». Già come quattro anni fa: «Il Pd ha scelto la via da seguire, io la mia scelta l’ho fatta tempo fa e continuo per la mia strada: un impegno civico, dalla parte dei cittadini, con i cittadini».
D’Alberto adesso vuole stringere i tempi sul programma. E’ ovviamente soddisfatto, al contrario, Giuanguido D’Alberto: «Ringrazio fortemente la base teramana del Pd di sostenere con chiarezza la mia candidatura – ha dichiarato l’ex capogruppo -, convergendo su un programma che vuole rappresentare una reale alternativa a quel modello Teramo che ha relegato questa città al ruolo di Cenerentola». D’Alberto annuncia che dalle prossime ore, preso atto della volontà degli scritti teramani, «riallaccerò le fila del discorso, per definire gli ultimi aspetti di un programma che dovrà necessariamente avere la più ampia condivisione di quella coalizione civica che mi sostiene». Un ultimo messaggio però sembra lanciarlo a ulteriori convergenze: «Siamo sempre disponibili ad ulteriori sintesi – conclude – in un percorso che vuol essere inclusivo ma nel rispetto di un programma di chiara discontinuità».